Buona pratica
al servizio dello Sviluppo
Piattaforma informatica web, sperimentata ed efficace, ideata da Alberto Savastano e messa a disposizione di autorità decisionali, economisti e tecnici dei settori pubblici e privati. Consente di applicare correttamente i principi scientifici dell’ottimizzazione del benessere sociale, verificando – in modo preventivo – la redditività finanziaria e socio-economica degli studi di fattibilità dei progetti d’investimento dell’economia reale: pubblici e privati, produttivi, infrastrutturali e social. Si tratta di uno strumento operativo che accompagna tutte le fasi del processo decisionale: preparazione, valutazione, scelta politica o imprenditoriale, finanziamento e monitoraggio.
Diffusione della Cultura e incremento della Professionalità
(Prof. Francesco Parrillo)
Estratto ragionato alla Dissertazione scientifica sull’Analisi Costi-Benefici con riferimento al contesto metodologico, tecnico, finanziario e socio-economico dell’Italia di Alberto Savastano
L’Analisi Costi-Benefici: il grande assente nella cultura delle decisioni pubbliche italiane
1. Premessa
L’Analisi Costi-Benefici non è una tecnica qualsiasi. È un modo diverso di pensare lo sviluppo, di leggere la realtà economica e sociale, e di orientare le decisioni pubbliche verso obiettivi reali di benessere collettivo. In Italia, tuttavia, questa cultura è stata sistematicamente trascurata. La mia dissertazione nasce da questa constatazione e si propone come strumento critico, tecnico e professionale per colmare un vuoto.
Il testo integrale della mia “Dissertazione scientifica sull’Analisi Costi-Benefici con riferimento al contesto metodologico, tecnico, finanziario e socio-economico dell’l’Italia” non è pubblicato in forma gratuita sul blog per una ragione precisa: fa parte integrante della mia attività professionale, del mio metodo di lavoro, e rappresenta un asset tecnico e intellettuale su cui si fondano il Modello Savastano e la relativa piattaforma digitale. È quindi accessibile solo in forma a pagamento, come avviene per ogni prodotto specialistico che ambisce a essere utilizzato in ambito progettuale, consulenziale o formativo.
Tuttavia, offrire almeno un estratto ragionato era necessario. Non per ragioni promozionali, ma per chiarezza e coerenza. Questo estratto consente al lettore di orientarsi tra i nodi principali del ragionamento, comprenderne il tono, l’impostazione e gli obiettivi, e farsi un’idea autonoma della struttura complessiva.
Il blog, infatti, nasce anche per questo: aprire un confronto, offrire spunti concreti e promuovere una cultura tecnico-economica più solida, libera da slogan e scorciatoie. In questo contesto, l’estratto ragionato non è un’anticipazione commerciale, ma un elemento strutturale della proposta: è il ponte tra una riflessione privata e un confronto pubblico.
Chi desidera approfondire, potrà farlo liberamente nei modi previsti. A tutti gli altri, l’augurio è che questo estratto basti per accendere domande, dubbi e magari un rinnovato interesse verso l’uso responsabile delle risorse pubbliche.
2. Estratto ragionato dalla dissertazione di Alberto Savastano
“Non è la mancanza di risorse a produrre cattive decisioni. È la mancanza di metodo nel decidere a produrre spreco, diseguaglianza e sfiducia.”
Nel cuore della pianificazione pubblica italiana manca qualcosa di fondamentale: la valutazione preventiva delle scelte. Questo documento – più che una dissertazione – è un richiamo civile e tecnico alla necessità di riportare l’Analisi Costi-Benefici (ACB) al centro del processo decisionale. Non come obbligo burocratico, ma come strumento di trasparenza, equità e razionalità.
L’Italia ha ignorato sistematicamente l’ACB. Ne parla, ma non la pratica. La evoca, ma non la applica. Eppure l’Unione Europea – almeno formalmente – la considera criterio essenziale per l’ammissibilità dei progetti infrastrutturali, nei regolamenti sui fondi strutturali e negli orientamenti della Banca Europea per gli Investimenti.
Tuttavia, con il PNRR è accaduto qualcosa di sorprendente: pur essendo consapevole della totale disapplicazione dell’ACB da parte italiana, l’UE non ne ha preteso l’impiego, non ne ha ricordato l’obbligatorietà, e anzi l’ha del tutto omessa nei documenti ufficiali.
Questo silenzio istituzionale ha generato un corto circuito culturale: l’Italia ha così potuto presentare, finanziare e avviare miliardi di euro di progetti senza alcuna verifica costi-benefici, in una logica emergenziale che ha ignorato le sue stesse regole di qualità valutativa.
In questo scenario, il “modello italiano” ha sviluppato strategie alternative per evitare la valutazione oggettiva, preferendo il compromesso politico, l’opportunismo locale o l’inerzia burocratica. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: scelte sbagliate, progetti inattuati, risorse sprecate.
Questa dissertazione non è un manuale. È un atto di denuncia razionale e allo stesso tempo un invito operativo. Illustra con esempi concreti — tratti da opere come la TAV, il Ponte sullo Stretto, il PNRR e l’informatizzazione della PA – come l’assenza di ACB abbia prodotto decisioni sbagliate o non sostenibili, spesso senza che nessuno si assumesse la responsabilità di valutarle prima.
Ma non si limita a criticare. Propone una via concreta: il “Modello Savastano®”, che integra conoscenza, azione e capacità di giudizio tecnico-economico, fondato su anni di studio, casi reali e collaborazione interprofessionale. Il modello è già applicabile in ambito locale, sociale, ambientale, scolastico e sanitario. Non si tratta di inventare qualcosa di nuovo, ma di praticare ciò che già esiste e funziona altrove.
In definitiva, il messaggio è semplice: decidere senza valutare è un atto irresponsabile. L’ACB non è una moda, ma un presidio di democrazia economica. Non è un algoritmo, ma una bussola.
E se oggi l’Italia continua a ignorarla, non è per mancanza di strumenti. È per scarsa volontà di essere trasparenti, e – nel caso del PNRR – anche per una preoccupante indulgenza istituzionale da parte dell’Unione Europea.
Il popolo italiano, in queste condizioni, non può meravigliarsi se l’economia decresce, il benessere sociale si riduce, e l’indebitamento pubblico aumenta senza controllo.
È il frutto naturale di decisioni pubbliche mai veramente valutate.